lunedì 2 aprile 2007

LA CASA PASSIVA, CHIMERA ITALIANA.

E' da tempo che, a fianco alla progettazione tradizionale, ho iniziato a creare una piccola rete insieme ad un gruppo di aziende collegate (fornitori, posatori ed impiantisti).
Ci occupiamo di progettazione e realizzazione in bioedilizia di qualsiasi tipo, e dal progetto/coordinazione dei lavori (curati da me), ai fornitori di materiali, ai posatori, ai collaudi, è tutto controllato e gestito dall'interno, in modo da diminuire sia i tempi di realizzazione, che gli inconvenienti e i costi di realizzazione. Stiamo inoltre cercando di ottenere le certificazioni tedesche (PassivHaus) per i nostri edifici, poichè queste sono molto più avanti anche rispetto alle ultime disposizioni di legge (quelle della finanziaria 2007): e cioè hanno parametri di efficienza energetica anche 5-6 volte più severi.
A mio modesto parere, il fatto che, in non pochi casi, nella fase progettuale l'architetto se ne vada "per i fatti estetici suoi", senza la dovuta collaborazione con i formitori di materiali, gli impiantisti e le imprese che concorrono alla realizzazione di un progetto, porta nella successiva realizzazione a gravi mancanze, che portano a dissipare lavoro, tempo, energie e denaro (del cliente, tra l'altro, che dovrebbe essere la prima persona ad essere interessata a questo). i progetti milgiori, infatti, sono sempre quelli in cui ad una lunga fase progettuale segue una celere fase realizzativa, proprio perchè ogni figura cionvolta nella realizzazione ha già ben chiaro cosa fare (salvo tutti gli ovvi imprevisti, che nel caso della realizzazione di un edificio sono comunque dietro l'angolo).
Senza contare il fatto che secondo me il cliente dovrebbe venire istruito su quello che l'architetto vuole "combinare" in casa sua, non solo in termini estetici, ma soprattutto a livello tecnico.
LA casa passiva, che in alcuni stati europei (vedi Germania), è ormai una felice realtà, che permette di risparmiare più del 90% delle spese (si, proprio 90%!!!!) di riscaldamento, raffrescamento, energia elettrica e produzione di acqua calda e fredda , da noi è ancora "paZZiva", con consumi imbarazzanti, e questo anche sulle nuove costruzioni!!!.

3 commenti:

Luisa Revelli ha detto...

Sono stata molto contenta di leggere questo post. la Bioarchitettura sta iniziando ad essere praticata e non è solo più sui libri o per pochissimi appassionati.
I problemi sono tanti: non ci sono solo i problemi delle emissioni in atmosfera degli inceneritori, forni per cemento, termocombustori (penso che su questi spazi nessuno si senta di chiamarli con quella parola menzoniera che è termovalorizzatori)con cui la provincia di Cuneo già inquinata rischia di diventare ancora più inquinata.
C'è anche tutto il discorso dell'inquinamento elettromagnetico, molto subdolo perchè invisibile, inodore, impalpabile, ma i cui effetti ci sono e intossicano.
Penso che una buona Bioarchitettura non possa prescindere dal considerare anche questi fattori di cui non si sente troppo parlare, ma che esistono e hanno già provocato spesso molti danni. Quindi in una casa dovranno essere effettuati anche questi studi, da cui l'utilizzo di disgiuntore, di cavi schermati, di dispositivi biomagnetici per proteggere il letto ecc....senza dimenticare la presenza della rete di Hartmann...
Comunque sono contenta che a qualcuno sia venuta voglia di dibattere questi argomenti e non di tenere per sè quella poca scienza che con tanta fatica ognuno riesce a racimolare studiando sui libri o imparando dalla propria esperienza .
Sarebbe bello creare un gruppo di lavoro e studio che si occupi di approfondire questi temi.
Quel poco che so sono lieta di condividerlo con gli altri purchè ci sia da parte degli altri una analoga sensibilità e disponibilità alla condivisione dei saperi, cosa che, per la verità, non ho sempre trovato in alcuni Architetti e talvolta in alcuni Ingegneri (io sono Ingegnere e garantisco di non aver nulla contro gli Architetti, ne ho persino sposato uno, Guerino Ceravolo).

I materiali naturali, semplici, poco trattati sono sicuramente quelli con cui l'uomo e la donna (la par condicio ci vuole non deve esser data per scontata) si trovano meglio, i più adatti a costruire il loro nido.
Tornassimo alla semplicità di Ulisse che scelse l'albero da cui ricavare il talamo e poi vi fece costruire attorno tutta la casa.
Già allora il progetto della casa nasceva dall'interno come penso anch'io debba nascere anche oggi.

Tanti saluti Luisa

p.s. La mia elettrosensibilità non mi consente di scrivere molto al computer, questa sera ho fatto un'eccezione.

Bartolomeo Ferrero ha detto...

CIao Luisa, e intanto grazie per aver scritto su questo blog, e grazie anche per aver superato la tua elettrosensibilità per farlo!!
A breve pubblicherò nuove notizie su cos'è una casa passiva, cos'è il "blowing door test", ed altro.
Per intanto volevo dirti che approvo in pieno quello che hai scritto, e cioè che i professionisti seri dovrebbero fare quadrato e diffondere un nuovo modo ETICO di pensare al progetto.
In pratica, la cosa che stiamo studiando insieme a ditte fornitrici di materiali bioedili va in questa direzione.
Inoltre, con molta fatica, sto cercando di "istruire" i clienti su questo nuovo modo di fare architettura, e credimi, basta parlarne nel modo giusto e tutti approvano... e REALIZZANO!
Nei prossimi giorni aggiungerò dei post riguardanti le "cubature sostenibili", un nuovo modo di costruire bio. Sarò più preciso quando la cosa sarà meglio delineata.
Per intanto leggiti il nuovo post che ho aggiunto oggi sulla "clorofilla sintetica"... e ci vediamo al tuo prossimo abbassamento di elettrosensibilità!!!!

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny