giovedì 12 aprile 2007

LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA (artificiale...) ci salverà!!!

Ciao a tutti!
Scrivo questo post per aggiornarvi su una cosa che ha del sensazionale: la clorofilla sintetica potrebbe essere la panacea per i mali energetici degli umani!!
Ovviamente è ancora un po' presto per gridare alla rivoluzione, comunque la Massey University della Nuova Zelanda, ha scoperto, grazie alle nanotecnologie (... e vuoi vedere che magari lo scienziato che l'ha scoperta era un italiano, che qui lustrava le scarpe a qualche barone? Non ci è dato sapere...), un pigmento sintetico verde, che sollecitato dai raggi solari ha prodotto energia!! Ed a un costo di produzione che sarebbe pari ad un decimo di quello delle attuali celle in silicio.
Speriamo che prima che AgipEniMorattiecompagniabellaingiroperilmondo ci mettano le mani su e la nascondano in un cassetto, per conitnuare ad usare gli olii e i copertoni esausti nelle loro centrali, questa tecnologia geniale ma pionieristica possa essere sviluppata a modo. Inoltre, si utilizzerebbe come materiale base il biossido di titanio, materiale rinnovabile e non tossico. Maggiori notizie le troverete a questi link:
1 - www.venetonanotech.it/files/index.cfm?id_rst=31&id_elm=1513
2 - http://nrc.massey.ac.nz/projects.shtml (Sito ufficiale della Massey University, in inglese - cercare la voce "surface chemistry").
Postate, postate, postate!!!

2 commenti:

marco ha detto...

Ciao Meo, ecco l'indirizzo del luogo nel quale ci incontreremo:
Centro Studi Sereno Regis
v Garibaldi, 13 TORINO ( vicino a Piazza Castello)
L'appuntamento è alle ore 15.
Dalla Stazione di Porta Nuova ci sono molti mezzi che raggiungono il posto: 4, 63, 11, 15, 58, comunque a piedi sono circa 10 minuti.
Dovremo lasciare 50 euro come contributo per l'uso della sala, in base a quanti siamo divideremo la somma.
A Sabato!
Marco

(A)nd ha detto...

Europa in prima linea per salvare il clima
Il 20 per cento di gas serra in meno e il 20 per cento di energia da fonti rinnovabili. Entro il 2020. Sono questi gli obiettivi vincolanti previsti dal testo della Merkel che il Consiglio UE ha appena approvato per contrastare il riscaldamento globale. L'Europa è all'avanguardia. Greenpeace esprime soddisfazione. Ma rimane la spina del nucleare.
L'Europa si impegna, unilateralmente, a ridurre i gas serra del 20 per cento entro il 2020 e a investire con più decisione sulle fonti alternative. Nessun Paese aveva mai preso prima d'ora un impegno così determinato: è la più importante decisione presa da due anni a questa parte - dopo la ratifica del Protocollo di Kyoto nel febbraio 2005 - in materia di lotta del cambiamento climatico.

Greenpeace è estremamente soddisfatta per questa vittoria politica, che è anche frutto della paziente opera di pressione, informazione e sensibilizzazione svolta negli ultimi anni dalle associazioni ambientaliste.

Proprio pochi giorni fa due attivisti di Greenpeace travestiti da orsi polari avevano manifestato davanti a Palazzo Chigi per chiedere al Governo Italiano obiettivi vincolanti per la promozione delle rinnovabili.

Il testo approvato è però il frutto di un compromesso molto delicato, nel quale ha senza dubbio pesato la posizione pro nucleare della Francia. Il documento proposto dalla Merkel riconosce il ruolo dell'energia nucleare nella battaglia per la riduzione dei gas serra, pur sottolineando il problema della sicurezza.
Greenpeace ritiene che investire nel nucleare sia un atto insensato, perché l'uranio è una fonte fossile destinata a rapido esaurimento; perché i problemi di sicurezza legati allo sfruttamento dell'energia atomica sono enormi; perché non esiste al momento una procedura efficace e, nel lungo termine, affidabile per la gestione e lo smaltimento delle scorie radioattive; perché il nucleare civile non può essere separato da quello militare e investire nell'atomo significa - in ogni caso - incentivare la proliferazione atomica.

Greenpeace accoglie con soddisfazione questa svolta europea. Ma la strada da fare è ancora tanta: le attuali conoscenze scientifiche ci dicono che per fermare il cambiamento climatico si devono abbattere le emissioni mondiali di gas serra del 30 per cento entro il 2020. L'auspicio è che anche gli Usa – attualmente fuori dal Protocollo di Kyoto e responsabili di una grande quantità di emissioni in atmosfera – decidano di seguire l'esempio virtuoso dell'Unione Europea.

Greenpeace, 9 Marzo 2007