martedì 8 settembre 2009

Che differenza c'è fra la Certificazione Energetica Nazionale e la Certificazione Energetica Casaclima?

La certificazione Energetica Casaclima è più seria di quella Nazionale, per un semplice motivo: se, al mero calcolo informatico di dispendio energetico, che qualsiasi tecnico di media esperienza sa effettuare con i vari softwares che ci sono in commercio, non segue un'attenta valutazione dell'operato durante l'effettivo svolgersi dei lavori, non stiamo lavorando per l'efficienza. Ad esempio la normativa nazionale non tiene assolutamente in conto la presenza dei ponti termici, ovvero di quei punti critici che si trovano, ad esempio nelle strutture in cemento armato, e che causano grandi dispersioni se non sono opportunamente schermati.

I passaggi fondamentali da eseguire, nella progettazione e realizzazione di una casa a basso consumo si possono così sintetizzare:


A. FASE PROGETTUALE:

1. Analisi del territorio: posizionamento gps del futuro edificio, analisi con software (tipo Meteonorm) dei dati climatici stagionali del terreno (e non solo della zona climatica) su cui si vuole costruire, analisi dell’ombreggiatura del terreno, insolazione media annuale e mensile, temperatura media del terreno;

2. Analisi dell’esistente (solo nel caso di ristrutturazioni) con termografie, carotaggi (se necessari) ecc.;

3. Analisi degli obiettivi del committente (ecologici ed economici): Quale classe energetica si vuole raggiungere? Qual è il costo aggiuntivo per raggiungere questa classe? Quale risparmio si ottiene? A quali finanziamenti si può accedere?

4. Progetto architettonico con renderizzazioni 3D: creazione di un involucro che sia esteticamente gradevole, ma anche adatto alla classe energetica da raggiungere (vedi punto 3);

5. Analisi dei consumi previsti in sede preventiva: software per il calcolo del fabbisogno termico annuo misurato in €/mq. anno;

6. Correzione e coordinamento tra i vari progettisti (termotecnici, ingegneri…) per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (v. punto 3):

7. Composizione capitolato, con disegni esecutivi da allegare allo stesso: è necessario descrivere nel dettaglio le voci di capitolato, in modo da non avere sorprese con le imprese costruttrici (ricarichi, mancanza di esperienza ecc.)

B. FASE ESECUTIVA:

1. Direzione lavori.

2. Controllo dell’operato dei costruttori.

3. Predisposizione tests in itinere e a lavoro finito (blower door test, termografie ecc.): Servono per misurare l’effettiva tenuta all’aria dell’edificio, e per l’individuazione di eventuali ponti termici residui – Riservato a classi di efficienza superiori (Classe A < 20 Kwh/mq Anno, Case passive < 10 Kwh/mq Anno)

4. Certificazione finale dell’edificio (Targhetta Casaclima) da parte dell’Agenzia Casaclima.

la certificazione Casaclima è pensata in modo da evitare il conflitto di interessi: è effettuata direttamente dall'Agenzia, e quindi né il progettista né il Direttore dei lavori possono intervenire nel processo.

4 commenti:

Alessandro ha detto...

Visto che ha questa grande esperienza nel settore casaclima mi vuole spiegare questo arcano mistero? Grazie.

Due imprese: una classica, l'altra di Bolzano, di quelle che forniscono tutto "chiavi in mano" (pessima espressione)...
Le due imprese costruiscono due villette.

Due villette a due piani fuori terra (box non riscaldato+piano primo, che poi è l'abitazione). Lombardia, provincia di Cremona.
Rapporto S/V quasi identico.

La prima villetta costruita con i metodi tradizionali lombardi, la seconda costruita interamente con struttura in legno (pareti e tetto, tranne ovviamente il box).

Isolamento: la prima 16 cm di polistirene espanso nella parete, totale 40 cm, la seconda un pacchetto tutto in legno, anche l'isolante (una specie di legno pressato). Totale parete 30 cm.

Solette: la prima con solaio classico in travetti in opera e coibentazione 10 cm polistirene, la seconda SOLETTA IN LEGNO LAMELLARE+isolamento.

Infissi e vetri identici per entrambi gli edifici.

Risultato: il primo classe energetica C (certificato da un professionista abilitato dalla Regione Lombardia), il secondo A+ (certificato da chi?, non si sa, visto che è tutto chiavi in mano, al proprietario che gliene frega?).
Lasciamo perdere l'impianto, mi interessa l'involucro.

Non posso pensare che sottili differenze nel costruire abbiano come effetto devastante il salto di addirittura 2 categorie energetiche! Mi sa spiegare il perchè? E non mi dica i ponti termici perchè onestamente è una scusa che mi ha stufato...

Io una mezza idea ce l'ho...secondo me queste sedicenti imprese che forniscono "tutto chiavi in mano", facendo leva sull'assoluta mancanza di controllo di enti e/o altri professionisti LOCALI, certificano alla bell'e'buona tutto ciò che fanno in classe A.

Notare che entrambe le villette, pressochè identiche nella distribuzione architettonica, nell'orientamento Nord-Sud, sono state concepite dallo stesso professionista del posto.

Bartolomeo Ferrero ha detto...

Buonasera, grazie per avermi contattato.
proverò a darle una risposta sulla base di quello che ha scritto:
la casa "tradizionale, presenta una intercapedine isolata, in mezzo a due corsi di mattoni, uno esterno ed uno interno.
Quella in legno, invece, con struttura a telaio isolata con fibre di legno.
Con queste caratteristiche, la casa in legno a parità di qualità delle parti restanti (serramenti, avvolgibili ecc.), ha un potere isolante che è di circa il 40-50% più efficiente.
In più il tetto in tradizionale così come descritto da Lei è mal isolato, veramente da classe C se non D.
Se la struttura del tetto della casa in legno presenta gli stessi spessori delle pareti in legno che mi ha descritto, l'efficienza aumenterebbe anche del 60-70%.
Spero di esserLe stato utile. A presto.

Alessandro ha detto...

Addirittura il 60-70%... il solito tetto muricci-tavelloni coibentato con 16 cm di polistirene (con sottotetto non abitabile chiuso al passaggio dell'aria) avrebbe un così abissale gap rispetto al bel tetto in legno delle casette dolomitiche? E' una cosa assolutamente incredibile.
Ciò implicitamente significa che fino ad ora tuuuuutta la pianura padana ha utilizzato metodi costruttivi del tutto inadeguati rispetto al contenimento energetico...
Ho solo un appunto...di questo passo le classiche costruzioni con telai in c.a. e peggio ancora in acciaio, vanno a passeggiatrici, considerando che tali soluzioni costruttive sono l'esatto opposto (come materiali) del problema "contenimento energetico"...
Delusione.... :((

Bartolomeo Ferrero ha detto...

E' proprio così: il concetto che il muro di una volta isola di più solo perchè pesa di più, il cemento armato ecc. ecc: tutte cose superate dai fatti.
Per spiegare ancora meglio il concetto:
ogni materiale ha una proprietà, chiamata conducibilità termica, indicato con la lettera λ, che esprime quanto questo materiale conduca il calore. Più questo valore è basso, più il materiale è isolante. L'alluminio ha un λ=200, il cemento armato λ=2.5, le normali pignatte di un soffitto (cioè non ad alta efficienza termica, come nel 90% delle costruzioni) λ=0.55, e la fibra di legno o il polistirene λ=0.04: cioè un cm. di isolante è pari a 14 centimetri di mattoni e a 62.5 cm. di cemento armato!
E' allora ovvio che un solaio costituito da 30 cm di isolante, isoli molto di più di un altro costituito da 16 cm. di isolante e per il resto da una struttura per nulla isolante.
Quindi, per andare in classe A in pianura padana, in media un tetto deve avere almeno 25-30 cm. di materiale isolante a seconda delle zone (il calcolo non è così semplice, ma in questa sede ho cercato di ridurre all'osso la spiegazione)!
Intanto diffonda la visione del blog: mi creda, a tutt'oggi c'è gente che compra a 3-4000 €/mq. abitazioni che fra un po' di anni ne varranno la metà se va bene: la certificazione energetica è un obbligo in Europa da anni, l'Italia si è solo svegliata tardi. Tra un po' succederà come per le auto: chi vorrebbe ancora comprare un'euro 2?
La ringrazio ancora, e mi scuso se per motivi di impegni non potrò semrpe rispondere celermente, ma farò il possibile. A presto.